Per gli amici di Palermofashionblog che gia da tempo hanno capito che da noi si respira un’aria internazionale…l’intervista al nostro referente da New York, il giornalista e scrittore Piero Armenti.
Buona lettura!
L: Ciao Piero ben venuto, per noi è un onore averti nella squadra, ed un valore aggiunto che offriamo a nostri amici, che sono tanti e ci seguono con affetto. Ma raccontaci un po’ di te, di cosa ti occupi esattamente a New York e quanto, il vivere in una grande metropoli, ha cambiato il tuo “ruolo di osservatore e narratore”?
P: Ciao amici di Palermofashionblog. A New York gestisco un web magazine sulla Grande Mela www.scoprinewyork.it, in cui scriviamo di tutto, dai ristoranti piu’ cool ai personaggi piu’ strani della big apple, alle informazioni di interesse turistico. Come sai New York continua ad essere la capitale di ogni cosa, delle arti, della finanza, della musica, della creativita’, e osservare e narrare New York significa avere il privilegio di vedere un attimo prima dove andra’ il mondo. Non credo sara’ sempre cosi’, prima o poi le cose cambieranno, ma diciamo che ancora per i prossimi trenta anni sara’ New York il posto in cui stare per “cercare l’uomo”, e questo perche’ la nuova rivoluzione delle comunicazioni e dei social media ha come capitali sia la baia di San Francisco e poi ovviamente New York. Chi verra’ dopo? E chi lo sa, forse Shangai forse Hong Kong, e noi avremo le valigie pronte.
L: La tua formazione in Italia, il differente approccio imprenditoriale e sociale, bagaglio di una cultura tipicamente europea, quanto ti è stato di aiuto e quanto ti ha penalizzato, nell’affrontare l’impatto con lo stile di vita Newyorkese?
P: Una domanda a cui e’ difficile rispondere. Diciamo che la cultura europea e’ una cultura idealista, in Italia di stampo crociano e gentiliano, e poco pragmatica. Funziona a contemplare l’umanita’ e a farsi domande sul senso ultimo della vita, anche a coltivare l’onesta’, ma non a fare impresa, e questo perche’ fare impresa significa scendere dall’Olimpo delle Idee, dall’iperuranio, e sporcarsi le mani col fango della realta’. Quindi mi ha penalizzato perche’ mi ha dato in dote la “lentezza della contemplazione”, e non la velocita’ dell’azione. Ma dopo un po’ si impara, chi sa ragionare sa anche riconoscere i propri limiti, e cerca strade per superarli. Diciamo che un europeo calato negli Usa ha bisogno un po’ di tempo prima di carburare, a meno che non abbia avuto una “educazione da strada”, che lo rende per questo piu’ adatto a fare impresa, il cui fine ultimo e’ vendere e comprare.
L: Molti pensano che gli Stati Uniti possano offrire, ancora oggi, alla luce delle recenti vicissitudini economiche, più possibilità ed occasioni per incentivare l’occupazione e l’imprenditoria giovanile, secondo te è ancora così? Cosa suggeriresti ai ragazzi che nei prossimi mesi, avessero deciso di trasferirsi a NY per intraprendere questa avventura negli U.S.A.?
P: Il flusso migratorio italiano verso New York non e’ molto alto. La nostra meglio gioventu’ si sta dirigendo su Londra e mete europee, sia perche’ non c’e’ il problema del visto, sia perche’ si puo’ tornare a casa e mangiarsi una bella lasagna in famiglia piu’ spesso. Venire a New York significa portarsi addosso tutte le tristezze dell’emigrante con un secolo di ritardo. Le vacanze sono poche, dieci giorni all’anno, e viaggiare in Italia costa. Ma chi sceglie New York, e ci riesce, dimostra di aver carattere, e queste “tristezze da emigrante” si trasformeranno in un punto di forza per affrontare le durezze della vita. Comunque se volete venire a New York vi consiglio di fare il visto studentesco, magari con una scuola d’inglese, stare un anno a vedere se vi piace. Se invece i vostri genitori hanno 100mila dollari da parte, allora optate per un bel master in una universita’ come la Columbia.
L: Scrivere è sempre stata una tua passione?
Non amo parlare di me, raccontarsi e’ un esercizio futile e vanesio, ma a Palermofashionblog rispondo volentieri. Scrivere significa tante cose, lo si fa per tante ragioni, anche terapeutiche a volte, ma la ragione ultima, vera e totale, dello scrittore e’ che solo scrivendo sa stare al mondo. La scritturadiventa l’unica vita possibile per chi e’ intrappolato nelle proprie parole, solo cacciandole fuori se ne libera. Poi c’e’ chi riesce a trasformare “lo scrivere” in una professione, chi la vive come un limite e una frustrazione perpetua per il successo che non arriva, chi riesce a trascinare gli altri e creare un seguito di lettori. Insomma, la scrittura significa caricarsi sulle spalle tante sconfitte e qualche vittoria.
L: Palermofashionblog vuole offrire ai suoi amici una finestra sul mondo, punto di osservazione che parte da Palermo – Sicilia – Italia, con le sue eccellenze e gli esempi che fanno grande il nostro paese, restituendo un’immagine reale e preziosa delle maestranze locali, il tutto in un ottica di apertura ed innovazione. Contiamo anche su di te per portare avanti questo ambizioso progetto!
P: Certo volentieri.
Grazie Piero, noi e i nostri amici non aspettiamo altro che cominciare a seguirti per sognare di vivere, se non altro, le esperienze della grande mela, che tu sai raccontare con un talento innato!
P: A presto
Congratulazioni amici di PALERMO FASHION BLOG e di SCOPRI NEW YORK.
Anna Maria La Bianca Collections
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