La città che si sveste d’estate è la New York che torna alla vita. Aspettavano tutti, di lasciarsi alle spalle questo inverno, che è stato lungo, troppo lungo.
Chi conosce New York sa che l’attività preferita d’estate è saltare da un cocktail all’altro “per dimenticare. L’80% dei newyorkesi odia il suo lavoro, odia la sua vita, odia questa bolla di cristallo in cui è intrappolata, in una città in cui non si cresce mai, si rimane eterni bambini, e da cui non riesci ad andartere”. A parlare è Stefano, Ceo di www.thenewyorknightlife.com, un tour operator che ha inventato il primo tour dei rooftop, le terrazze panoramiche da cui sorseggiare dei cocktail osservando le luci in lontananza della metropoli (come il libro Le Mille luci di New York, il capolavoro di Jay Mclnerney): “New York è la sua notte, indubbiamente – ci dice Stefano – E’ di notte che tutti gli steccati sociali saltano, in cui puoi trovare allo stesso tavolo un investitore di Wall Street e un afroamericano di Brooklyn che vive nelle case popolari. Ognuno ha solo una cosa che lo spinge in avanti: il sogno”.
Il rooftop tour include la vista di 4 terrazze con vista mozzafiato, tre drink e uno snack finale “Come mi è nata l’idea? I turisti spesso pensano che per visitare New York basti salire sull’Empire State Building, visitare il MoMA, e fare una passeggiata al Central Park. Ma questo non ti spiega nulla della vera New York, che non è altro che la follia delle sue persone. E tutto questo lo vedi di notte, andando nei luoghi esclusivi, spesso chiusi ai turisti. Ti dicono che ci sono feste private, ma non è vero. Bisogna conoscere per poter accedere. Dietro questo tour c’è molta negoziazione con i locali, contrattazione che io posso fare perchè sono nel settore da tempo. Il mio è un tentativo culturale: vorrei far capire come e dove nasce il mito di New York”. La città illuminata può farti sospirare come se fosse la prima volta: “E’ un amore che si perpetua, che non si spegne mai. E’ un amore definitivo, indissolubile quello che lega noi newyorkesi a questa citta’, ma per capire come ha origine il mito devi venire con me in questo posto”.
Stefano ci porta in uno dei suoi rooftop, c’è un signore che controlla i documenti, un afroamericano bien pizzato: “Ti sembra un povero senzatetto del Bronx? E’ invece è stato un famoso giocatore di basket, potrebbe godersi i soldi, potrebbe godersi la vita, e invece sta qui a controllare i documenti. E sai perchè? Perchè lotano da qui, dalle notti di New York, non c’è vita, non c’è l’energia contagiosa, la sua vita sarebbe finita. Il sogno newyorkese si origina durante la notte, è di notte che Andy Warlhol aveva le sue migliori intuizioni, che Truman Capote scriveva Colazione da Tiffany, è di notte che la città del Jazz espolodeva negli anni ’20, durante il proibizionismo. E’ di notte che Madonna e Lady Gaga sono diventate icone femminile, è di notte che si è alzata la gonna di Marylin Monroe. Finisce il giorno, comincia il sogno”.
Bere un Martini osservando la città sotto di noi è un’esperienza speciale. Sembra di essere sopra un elicottero. Speciali sono gli sguardi che incrocio, la forza della musica, la bellezza di tanta diversità tutta assieme. Stefano conclude: “Questa città, il suo profilo, è stata una grande sfida al cielo. Una sfida che non finisce mai. E’ancora oggi un faro che illumina chiunque da ogni provincia osserva la metropoli. E sai cosa ti dice questa metropoli? Ti dice: cerca la felicità. Semplice, ma spesso ce ne dimentichiamo.” Salutiamo Stefano, e gli diamo appuntamento alla prossima serata. Piero Armenti